Finalmente il via libera definitivo al ddl di riforma della Pubblica amministrazione, che diventa legge: l’Aula del Senato ha infatti approvato la delega sulla PA con 145 voti a favore.
In solo un’ora l’Aula sono state completate le votazioni sui 23 articoli della delega che, come messo nero su bianco nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile, nei prossimi cinque anni dovrebbe valere 0,4 punti di Pil. Con un effetto espansivo sui principali indicatori di finanza pubblica, a partire da debito …
Quindi le nuovità sono:
Sembra che cambia la Dirigenza e il Pubblico impiego!
In effetti è una nuova riforma ad ampio raggio, quella disegnata dal DDL. Attraverso 15 deleghe al Governo (cosa una volta rara ma ultimamente altre volte utilizzata), tra cui spicca quella ‘molto interessante’ della scrittura di un nuovo testo unico sul pubblico impiego nel quale dovranno essere introdotte nuove norme in tema di responsabilità dei dipendenti pubblici per «rendere concreto e certo nei tempi di espletamento e di conclusione l’esercizio dell’azione disciplinare». Vedremo veramente se cambierà qualcosa anche se siamo abituati a vedere grandi annunci … per poi far rimanere tutto immutato.
Però con la delega arriva il ruolo unico per i dirigenti (uno per lo Stato, uno per le regioni e uno per gli enti locali), che saranno scelti in base al merito e alla formazione continua e potranno rimanere in carica quattro anni (con l’aggiunta di due anni, se necessario, ma per una sola volta), salvo poi cambiare incarico. Per non essere licenziati, potranno accettare di essere “declassati” a funzionari. In caso di condanna anche non definitiva da parte della Corte dei conti al risarcimento del danno erariale, i dirigenti potranno essere revocati.
Finalmente dovrebbe essere introdotto anche nella pubblica amministrazione il concetto di ‘meritocrazia’ e anche quello che se un dirigente non è produttivo e non raggiunge i risultati potrà essere rimosso.
Sembra ancora molto lontana la mentalità competitiva americana, ma la nostra speranza è l’ultima a morire. Vedremo i nuovi sviluppi ma soprattutto i decreti attuativi in merito.
– Le misure anti-burocrazia
La delega prevede anche una macchina burocratica più agile e snella: arriverà la nuova Carta di cittadinanza digitale, con i livelli minimi di qualità dei servizi della PA online;
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quindi dovrà diventare possibile pagare multe e bollette fino a 50 euro con un sms;
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le amministrazioni che si occupano di tutela paesaggistica e salute dei cittadini avranno 90 giorni di tempo tassativi per rispondere prima che scatti il “silenzio assenso”;
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in caso di contese tra amministrazioni centrali sui nulla osta sarà direttamente il premier, dopo una passaggio in Consiglio dei ministri, a decidere;
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saranno tagliati fino al 50% i termini per la chiusura delle procedure che riguardano opere di interesse generale o l’avvio di insediamenti produttivi (il regolamento di delegificazione forse più atteso dalle imprese).
Aspettiamo con ansia una vera amministrazione digitale , come i paesi nordici che sono avanti e hanno impostato una vera PA on line.
– Il capitolo razionalizzazioni
Finalmente… se è vero l’Italia rinasce …
Il DDL apre un capitolo sulle attese razionalizzazioni e i primi tagli di costi!
Quindi con il Corpo forestale che sarà assorbito da un’altra forza di polizia (probabilmente i Carabinieri), il taglio da 105 a 60 delle Camere di commercio e l’avvio del disboscamento delle partecipate di enti pubblici: nei decreti attuativi il Governo dovrà puntare alla «riduzione» del numero delle società.
E’ in vista anche il riordino delle prefetture, che non saranno più una per provincia, accanto alle quali nascerà il nuovo Ufficio territoriale unico dello Stato. E anche per i ministeri dovrà scattare una riorganizzazione in chiave flessibile, in primis delle strutture interne.
Quindi da settembre si attendono i primi decreti delegati per l’attuazione.
È evidente che, fatta la legge, dipenderà tutto dai decreti delegati: ce ne aspettiamo una quindicina in tutto, che l’Esecutivo punta a presentare a partire da settembre.
Confidiamo che la Ministra Marianna Madia ha già annunciato di due pacchetti, quindi:
-misure anti-burocrazia,
-taglio dei costi della macchina pubblica.
E per ultimo il riordino della dirigenza e il testo unico del pubblico impiego.
Siamo proprio curiosi se sia la volta buona di una vera riorganizzazione, ci servirebbe molto anche a noi, dottori commercialisti che siamo il lungo braccio (e oramai oberato) della macchina pubblica.